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L’apprendimento dell’italiano L2 rivolto ai migranti, una tappa importante verso l’inclusione nel tessuto sociale italiano 

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Il Sistema di Accoglienza e Integrazione (SAI) è una rete nazionale che offre un supporto completo ai richiedenti asilo e ai rifugiati in Italia. Nato dalla collaborazione tra il Ministero dell’Interno, gli enti locali e il terzo settore, il SAI va ben oltre la semplice fornitura di vitto e alloggio. Offre infatti una serie di servizi personalizzati, come corsi di lingua, orientamento al lavoro e supporto psicologico, con l’obiettivo di favorire l’inclusione dei beneficiari nel tessuto sociale italiano.

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A differenza di altri Paesi europei, il modello italiano del SAI si basa su progetti di piccole e medie dimensioni, gestiti a livello locale e fortemente radicati nel territorio. Questa scelta ha permesso di creare una cultura dell’accoglienza diffusa e di favorire un’integrazione più efficace dei migranti. Nel contesto del SAI i beneficiari hanno la possibilità di seguire dei corsi di lingua italiana. Il corso d’italiano è una tappa importante nel percorso di integrazione dei migranti: la conoscenza della lingua è spesso il primo passo verso la ricerca di un lavoro dignitoso  e la costruzione di una rete sociale nel Paese di accoglienza.  

Le classi d’italiano L2 di apprendenti migranti sono spesso caratterizzate da una profonda eterogeneità, non solo dal punto di vista culturale e linguistico, ma anche da quello anagrafico, del livello d’istruzione e di alfabetizzazione. I destinatari possono essere non alfabetizzati o con diverso livello di scolarizzazione, di varia provenienza, orientati principalmente al lavoro o all’integrazione sociale. La natura di queste classi richiede spesso l’adozione da parte del docente di una didattica  individualizzata  e modulare, ovvero un percorso circolare e flessibile, che permetta di rispettare i diversi ritmi di apprendimento, gli stili cognitivi di ogni apprendente, compensare le lacune  e consolidare le conoscenze e le abilità già possedute.  

Un altro aspetto importante è quello dei bisogni comunicativi di ognuno. Inizialmente è necessario concentrarsi sul cercare di soddisfare i bisogni immediati, fornendo input linguistici che si avvicinino il più possibile ai contesti comunicativi in cui l’apprendente si troverà ad interagire. I bisogni linguistici degli apprendenti in un primo periodo sono spesso focalizzati alla sopravvivenza e all’integrazione nel Paese di accoglienza, per questo può rivelarsi utile ancorare i contenuti e le conoscenze alla realtà anche attraverso compiti comunicativi legati al territorio e al contesto in cui i discenti sono inseriti.

Di fondamentale importanza, infine, è l’adozione di un approccio didattico interculturale, che ha come obiettivi quelli di promuovere la conoscenza delle reciproche culture, il muoversi verso l’altro, il dialogo, la scoperta di se stessi e degli altri. Per questo è importante coltivare ogni giorno  un clima di classe positivo e cooperativo, favorendo la conoscenza reciproca degli apprendenti, la loro interazione, lo sviluppo di comportamenti prosociali, di relazioni basate sull’empatia, la cooperazione, e la fiducia reciproca. Il corso d’italiano può infatti  rappresentare anche una preziosa occasione di socializzazione , un ambiente protetto in cui coltivare relazioni che possono rivelarsi preziose anche ai fini dell’integrazione e dell’inclusione sociale.

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